Campioni di spot e integrazione
Mettiti il costume, togli il costume, prova e riprova, che fatica essere attori. «Si sudava tanto, ma è stato bello» riassume Chiara. «Io ero curioso di conoscere Veronica Pivetti. È simpatica, ha firmato gli autografi per tutti», confida Davide. «A me è piaciuto fare la parola “scuola”» precisa Gabriele. Attori per un giorno, interpreti di sè stessi, i bambini della V B a tempo pieno della scuola elementare Da Passano di via Montaldo si godono il successo facendo merenda (per una volta) con gianduiotti, pop corn e coca cola (però light). Hanno vinto la terza edizione del ”Pubblicità Progresso Onp Award”, premio assegnato ogni anno a Milano dalla Fondazione Pubblicità Progresso al miglior spot italiano di comunicazione sociale. «Partecipiamo sempre a tutti i concorsi e i progetti – premettono scherzosamente le maestre Gabriella Santolini e Ilaria Mura – ma di solito non vinciamo mai …».
Questa volta non è andata così. A essere precisi il premio l’ha vinto il Coordown, Coordinamento Nazionale delle associazioni persone con sindrome di Down, che ha sede operativa a Genova e raggruppa 80 associazioni italiane. «Ogni anno – spiega Franca Bruzzo, segretario nazionale Coordown – scegliamo un tema, l’anno scorso era l’inserimento lavorativo, quest’anno volevamo parlare dell’integrazione scolastica dei ragazzi con sindrome di Down». Argomento affatto scontato, visti i tagli alle scuole, le classi sovraffollate, la riduzione del numero e delle ore degli insegnanti di sostegno.
Ma Coordown non ha dovuto cercare lontano per trovare un esempio riuscito, è bastato andare in V°B alla scuola Da Passano, rivolgersi al regista Marzio Mirabella e all’autore Massimo Santimone, genovesi, già sensibili al tema, i quali con l’aiuto dei bambini, delle famiglie, delle maestre, la collaborazione degli attori Alessandro Barbini e Veronica Pivetti, hanno ideato e girato uno spot spiritoso, efficace e allegro. A bassissimo costo. «L’abbiamo realizzato – spiega Santimone – nei nuovi studi di Cineporto a Cornigliano».
Ecco la trama: un gruppo di bambini vestiti con le lettere dell’alfabeto deve comporre la parola “scuola” sotto la direzione di un maestro piuttosto preoccupato. Chi corre da una parte, chi dall’altra, chi ruota su sé stesso, alla fine tutti si posizionano ma il risultato è la parola “scuoli”. Così non va. Poi arriva Gabriele, alunno con la sindrome di Down, che si aggiunge alla fila e, dando la mano a un compagno, trasforma la “i” in “a” e la parola va a posto mentre Veronica Pivetti esclama «Adesso sì che la scuola è davvero completa!».
A Milano, dove è avvenuta la premiazione, lo spot ha avuto il gradimento del pubblico e delle giuria e ha sbaragliato gli altri quattro finalisti. Andato in onda su Sky e La 7, proiettato nelle stazioni ferroviarie, presto sarà trasmesso dalla Rai. Alcuni bambini della V B non l’hanno ancora visto. Non tutti sono stati attori, «ma anche se nel video non ci siamo, partecipare è stato bellissimo» sintetizzano Nicolas e Carlos. «Il regista è venuto in classe – spiegano le maestre Ilaria e Gabriella – e ha raccontato a tutti che tipo di lavoro sarebbe stato fatto: abbiamo chiarito che sarebbero stati scelti i più disposti a ripetere una scena per molte volte».
L’integrazione in VB non si predica, non si recita, si vive. In classe sono ventidue, due alunni affiancati dalle maestre di sostegno Stefania Cadenasso e Domenica Cristiano. Nove bambini sono italiani per nascita e famiglia, tredici sono nati in Italia da genitori immigrati, ecuadoriani, albanesi, russi. Spesso le famiglie si incontrano fuori dalla scuola per momenti comuni di svago. In prima elementare il fatto che qualche compagno fosse più lento a imparare rispetto ad altri, «sembrava un po’ strano, ma poi siamo riusciti a capire» ammette con sincerità Andreina, «qui sappiamo stare tutti bene» prosegue Pietro, «perchè siamo come una specie di famiglia» chiude il cerchio Alessia.
fonte: il Secolo XIX
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