Discriminazione nei parchi divertimento.

REGGIO EMILIA – Quella per l'accessibilità dei parchi di divertimento è una "battaglia culturale". Parola di Elisa Orlandini del Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down (Coordown). "Tutti devono avere la possibilità di accedere come sono alle attrazioni in un'ottica di inclusione – dice ancora Orlandini – Non ci sono pericolosità preconcette, dipende da come una persona si approccia a quell'attrazione". Ecco allora che diventa fondamentale la conoscenza reciproca. E sotto questo profilo, continua, "il progetto ‘Una giostra per tutti' ha una valenza educativa eccezionale". Sì, perché "gli operatori dei parchi imparano come rivolgersi ai ragazzi con disabilità, dando loro tutte le informazioni relative alla giostra, come funziona, quali emozioni suscita per permettere loro, in estrema libertà, di decidere se salire oppure no".

Il progetto "Una giostra per tutti" è nato proprio da un'idea del Coordown dopo alcuni episodi di discriminazione nei confronti di persone con sindrome di Down avvenuti in un parco di divertimenti. "In quel momento – spiega Orlandini – abbiamo deciso di reagire non con un atteggiamento recriminatorio ma di difendere i diritti delle persone disabili in maniera diversa". Ne è nato un progetto che ha coinvolto, oltre alle associazioni, anche i costruttori di giostre, i gestori dei parchi, medici ed esperti fino all'Istituto superiore di sanità. "Ci siamo resi conto che c'era un'idea sbagliata e antiquata della disabilità – conclude Orlandini – Ecco perché la chiave fondamentale di questo progetto è la conoscenza reciproca". Lo ha dimostrato la sperimentazione realizzata a Minitalia Leolandia di Bergamo con una trentina di ragazzi con sindrome di Down e un gruppo di controllo formato da coetanei. "La loro risposta divertita e tranquilla ha dimostrato che episodi come quello accaduto a Gardaland nasce da mancanza di conoscenza e preconcetti".

"Migliorare l'accessibilità dei parchi: è l'obiettivo del progetto "Una giostra per tutti". Spiega Francesco Ferrari, presidente del Consorzio Fun Italian Export, "la maggior parte delle attrazioni è fruibile dalle persone con speciali necessità, ciò che manca è un protocollo per farlo nel migliore dei modi"

REGGIO EMILIA – Migliorare l'acccessibilità ai parchi di divertimento per favorirne la fruizione, consapevole, da parte di persone con disabilità o con necessità speciali. È l'obiettivo di "Una giostra per tutti", il progetto promosso dal Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down e sostenuto dalla Provincia di Reggio Emilia e dal Consorzio Fun Italian Export che riunisce aziende costruttrici di giostre e attrezzature per parchi di divertimento a tema. Molte di esse si trovano nel territorio reggiano. "Negli ultimi anni sono aumentati episodi di presunta discriminazione nei confronti di persone con speciali necessità che si sono visti rifiutare l'accesso ad alcun attrazioni sulla base di una generica e supposta pericolosità legata alla disabilità", dice Gianni Chiari, direttore tecnico di "Una giostra per tutti". Episodi determinati probabilmente "dalla reciproca non conoscenza". Con questo progetto, continua Chiari, "vogliamo affrontare queste problematiche in maniera corretta, sia dal punto di vista scientifico che tecnico, per consentire a chiunque, a prescindere da eventuali disabilità, di fruire in sicurezza dei parchi di divertimento nel rispetto di quanto previsto dall'Onu, relativamente al diritto a non essere discriminato". Coinvolti nel progetto anche l'Istituto superiore della sanità, medici, giuristi e diverse associazioni.

Giostre accessibili. "La maggior parte delle attrazioni è già fruibile anche dalle persone con speciali necessità, ciò che manca è un Protocollo per farlo nel migliore dei modi", spiega Francesco Ferrari, presidente del Consorzio Fun Italian Export e ad dell'azienda Preston & Barbieri che produce giostre con i cavalli. "Stiamo lavorando insieme per creare un know how il più possibile condiviso a livello internazionale che ci permetta di dare il massimo dell'accessibilità possibile e ragionevole, garantendo il massimo della sicurezza", continua Chiari. Uno dei primi passi del progetto è stata la sperimentazione in 2 parchi di divertimento, Minitalia Leolandia di Bergamo con una trentina di ragazzi con sindrome di Down e un gruppo di controllo formato da coetanei, e al Miragica di Bari con ragazzi con disabilità di tipo fisico, per documentare lo stress provocato dalla giostra, gli effetti sull'equilibrio, la resistenza alla forza centrifuga e verificare le loro reazioni, ad esempio, a prove di evacuazione a sorpresa in cui le attrazioni venivano improvvisamente bloccate.

I risultati di queste sperimentazioni saranno disponibili alla fine del 2013, mentre per la primavera del 2014 si prevede la stesura delle linee guida. Oltre all'aspetto medico, però, va tenuto in considerazione anche quello legale-giuridico della responsabilità, la legislazione su questo punto è poco chiara. Non solo in Italia. "Ad esempio, non è chiaro quale valore hanno le liberatorie che a volte sono firmate dagli accompagnatori di persone con disabilità e quali responsabilità rimangono in capo ai gestori dei parchi – conclude Chiari – Si tratta di un problema complesso che va assolutamente risolto".

(11 settembre 2013)

(Laura Pasotti)

fonte SUPERABILE.IT

Una giostra per tutti

Al via il progetto per garantire alle persone con particolari necessità le migliori opportunità di accesso possibili alle attrazioni dei Parchi di divertimento.

Uniti nel progetto il Parco MinitaliaLeolandia, CoorDown e ANCASVI

Si chiama “Una giostra per tutti” ed è il progetto pilota per lo studio e il miglioramento dell’accessibilità alle attrazioni dei Parchi di divertimento nel caso delle persone diversamente abili che è stato presentato oggi, mercoledì 12 giugno, nel corso dell’omonimo Convegno nazionale che si tiene a Dalmine (ore 9.30 – Polo Didattico Territoriale Vigili del Fuoco, via Vigili del Fuoco).

Tra i partner dell’iniziativa l’Istituto Superiore di Sanità, il Parco MinitaliaLeolandia, CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down) e ANCASVI (Associazione Nazionale Costruttori Attrezzature Spettacoli Viaggianti), con il contributo fondamentale della Provincia di Reggio Emilia.

Presenti al convegno esperti del settore provenienti da Paesi europei ed extraeuropei (USA, Canada, Benelux, Francia, Inghilterra, Germania) per discutere, insieme a medici e ricercatori, consulenti legali, costruttori e gestori di Parchi, associazioni di familiari, di accessibilità e sicurezza, di diritto e degli aspetti tecnico-scientifici del progetto.

Nato dalla necessità di superare l’attuale situazione dell’accessibilità alle attrazioni da parte di persone con speciali esigenze, il progetto ha come obiettivo ultimo la realizzazione di Linee Guida condivisibili sia a livello nazionale che internazionale.

In assenza di norme precise, esse potranno infatti diventare una solida base per affrontare il problema in maniera sistematica e corretta nel pieno rispetto delle persone con disabilità, combinando la miglior accessibilità possibile con l’indispensabile livello di sicurezza.

Per realizzare ciò, in parallelo ai test sulle disabilità fisiche che si stanno già effettuando presso il parco Miragica di Molfetta (BA), al Parco di divertimento MinitaliaLeolandia si sono svolti ieri test focalizzati in particolare su persone con sindrome di Down (sdD).

Qualificati esperti hanno per la prima volta realizzato una serie di prove con un gruppo di 30 ragazzi con sdD e, relativo gruppo di controllo, per verificare da un punto di vista scientifico la loro risposta alle diverse attrazioni.

Condotti con assoluto rigore scientifico i test hanno previsto la misurazione per ciascun partecipante di importanti parametri fisici e delle emozioni riscontrate prima, durante e dopo i test sulle varie giostre.